Terremoto del Friuli 6 maggio 1976 - 15 settembre 1976 - filmato storico
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3 سال پیش
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Un documentario straziante ricorda la tragedia che ha investito il Friuli nel maggio e settembre del 1976. Dal terremoto alla ricostruzione.
Friuli, una terra che il 6 maggio alle nove della sera è stata scossa dal terremoto. Sono state squassate anche le montagne che a nord chiudevano immobili l'orizzonte. Mille morti, 41 paesi interamente distrutti, oltre 500.000 abitanti colpiti. Le ruspe hanno creato grandi spazi bianchi dove c'erano case. I paesi sono mucchi di sassi, macerie, baracche o prefabbricati che ospitano 80.000 friulani. Quelli che non sono morti nelle case e nelle strade, quelli che non hanno preso la strada dell'emigrazione. Nei paesi di baracche, le comunità disgregate conoscono il caldo e il vento, l'umidità che sale dalla terra, la mancanza di intimità familiare. Poi i terremoti di settembre. Le tende non sono più un rifugio e le promesse di baracche restano promesse e le riparazioni delle case sono saltate. I terremotati sono costretti all'esodo verso il litorale ma molti non partono, restano ancora in tenda, nei porcili o nei vagoni, quasi come fosse una sfida per il futuro di questa terra. Anche nelle vallate più lontane, spopolate dell'emigrazione, la volontà di restare.
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La pellicola fa parte dell’archivio storico cinematografico conservato presso la Cineteca del Veneto https://www.cinetecadelveneto.it/
#friuli #terremotodelfriuli #6maggio1976 #terremoto
Un documentario straziante ricorda la tragedia che ha investito il Friuli nel maggio e settembre del 1976. Dal terremoto alla ricostruzione.
Friuli, una terra che il 6 maggio alle nove della sera è stata scossa dal terremoto. Sono state squassate anche le montagne che a nord chiudevano immobili l'orizzonte. Mille morti, 41 paesi interamente distrutti, oltre 500.000 abitanti colpiti. Le ruspe hanno creato grandi spazi bianchi dove c'erano case. I paesi sono mucchi di sassi, macerie, baracche o prefabbricati che ospitano 80.000 friulani. Quelli che non sono morti nelle case e nelle strade, quelli che non hanno preso la strada dell'emigrazione. Nei paesi di baracche, le comunità disgregate conoscono il caldo e il vento, l'umidità che sale dalla terra, la mancanza di intimità familiare. Poi i terremoti di settembre. Le tende non sono più un rifugio e le promesse di baracche restano promesse e le riparazioni delle case sono saltate. I terremotati sono costretti all'esodo verso il litorale ma molti non partono, restano ancora in tenda, nei porcili o nei vagoni, quasi come fosse una sfida per il futuro di questa terra. Anche nelle vallate più lontane, spopolate dell'emigrazione, la volontà di restare.
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3 سال پیش
در تاریخ 1400/02/16 منتشر شده
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