La CRISI di SIGONELLA – Quando CRAXI e l’ITALIA dissero NO agli AMERICANI

Vito Panzella
Vito Panzella
44.6 هزار بار بازدید - 5 سال پیش - Tutto ebbe inizio il 7
Tutto ebbe inizio il 7 ottobre del 1985 quando la Nave da crociera italiana Achille Lauro venne sequestrata da quattro terroristi armati palestinesi mentre si stava dall’Egitto dirigendo in Israele. I terroristi palestinesi chiedevano la liberazione di 50 loro compagni imprigionati in Israele. La nave era italiana ma si trovava in acque egiziane.  Ricevuta la notizia, il ministro degli affari esteri Giulio Andreotti e il ministro della difesa Giovanni Spadolini si attivarono per una trattativa che, sin dall'inizio, apparve particolarmente complessa ed assai rischiosa, anche alla luce delle diverse opinioni politiche all'interno del governo italiano. Andreotti e Craxi si espressero a favore di una trattativa diplomatica per «evitare una tragedia», ma vennero avvertiti dall'ambasciatore statunitense che Ronald Reagan si sarebbe opposto a qualsiasi trattativa con i terroristi. In tutto questo le forze armate italiane e i servizi segreti cercavano di trovare un piano di attacco nel caso di fallimento della diplomazia. Sulla nave intanto la situazione degenerò con i terroristi che minacciarono ripetutamente di cominciare ad uccidere ogni 3 minuti tutti i passeggeri, iniziando dai cittadini americani. Il governo siriano cercava di inserirsi nella gestione della vicenda, ipotizzando un attacco per liberare la nave così come il governo statunitense. Craxi era contrario a qualsiasi intervento armato. Quando la nave ritornò in Egitto si riuscì a trovare un accordo con i terroristi che si arresero in cambio di una fuga diplomatica in un paese arabo a condizione che a bordo non fossero stati commessi reati. Il comandante De Rosa, sotto minaccia, confermò che tutti i passeggeri erano incolumi. Dopo la liberazione degli ostaggi, si venne a sapere che i terroristi avevano ucciso e gettato in mare un certo Leon Klinghoffer, un vecchietto ebreo americano in sedia a rotelle di 79 anni. Craxi disse di avvertire subito il nostro ambasciatore Migliuolo incaricandolo di preparare il terreno per una richiesta di estradizione per i quattro dirottatori, poiché il salvacondotto era condizionato all'assenza di ogni fatto di sangue avvenuto sulla nave. In conferenza stampa il presidente Mubarak dichiarò che i quattro dirottatori avevano già lasciato l’Egitto e che lui, quando li accolse, del morto non sapeva niente. La CIA invece scoprì che erano ancora in una base egiziana a 30 km dal Cairo, pronti a partire su un Boeing 737 per Tunisi assieme al negoziatore. Quando l’aereo decollò, quattro caccia americani partiti dalla portaerei USS Saratoga lo intercettarono. Restava una sola base a disposizione, la Base di Sigonella in Sicilia. Solo a dirottamento iniziato il governo americano tentò di contattare Craxi. In questo momento entrò in scena Michael Ledeen, consigliere della Casa Bianca e collaboratore del SISMI, un personaggio controverso che a Craxi non piaceva. Craxi irritato per la risposta e l’atteggiamento arrogante americano telefonò a Sigonella ordinando che l’aereo fosse protetto con le armi. Quando l’aereo atterrò immediatamente saltarono i piani degli americani. Sigonella era suolo italiano così come la Nave Achille Lauro. Craxi voleva arrestare e processare in Italia i terroristi. I VAM e i carabinieri italiani si disposero in cerchio attorno al 737 con le armi in pugno. Dal C-141 uscirono i militari americani che invasero la nostra parte di base, circondando i carabinieri e puntandogli contro i fucili. A questo punto arrivarono due battaglioni di carabinieri che circondarono a loro volta gli americani. La situazione era tesa, bastava poco, un niente, una scintilla per innescare uno scontro armato. Un semplice sparo avrebbe potuto cambiare il mondo. Fu un faccia a faccia molto duro. Reagan, a Washington, era furibondo. Telefonò a Bettino Craxi e chiese che fossero messi in galera i dirottatori e mediatori. Craxi rispose invece di incarcerare i dirottatori, ma di tenere i mediatori sotto sorveglianza. Reagan acconsentì. Quando gli incursori americani si ritirarono, i dirottatori furono presi dai carabinieri, mentre Abbas, considerato dagli americani il mandante, rimase sull’aereo domandando di ripartire. Mubarak, in Egitto, bloccò l’Achille Lauro con tutti i passeggeri, dicendo che li avrebbe fatti partire dal porto solo quando Abbas fosse decollato da Sigonella. Da Roma, intanto Craxi diede ordine di far decollare e atterrare a Ciampino. Appena in volo, dalla Saratoga decollarono due F-14 USA per dirottare il 737 ma, in volo, scoprirono che c’erano 4 caccia italiani.I piloti si insultarono. Abbas atterrò a Ciampino. Dagli USA partì subito una richiesta di arresto ed estradizione, ma l'Italia negò. Qui finì la storia di Sigonella, con Craxi e l’Italia che seppero difendere, a spada tratta, la sovranità nazionale, facendo arrabbiare non poco gli Americani che avrebbero voluto imporre il loro volere allo Stato Italiano.  
(Fonti The Vision, Wikipedia, La Storia siamo noi)
5 سال پیش در تاریخ 1398/11/01 منتشر شده است.
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