Il guardiano (1976)

spadarsoft L'Antico
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21.1 هزار بار بازدید - 11 سال پیش - Un Giovane, un Vecchio, un
Un Giovane, un Vecchio, un Uomo: segni indistinti di un universo in preda alla follia, in lotta perenne per la sopravvivenza, vittime e artefici dell'endemica malattia dell'incomunicabilità. Tre figure rinchiuse in una misera stanza piena di rottami discutono, urlano, si insultano, si picchiano per contendersi a tutti i costi uno straccio di posto dove mettersi al sicuro dalle raffiche violente di un mondo esterno che fa paura. La stanza-rifugio de Il Guardiano (The Caretaker) di Pinter si consacra l'habitat ottimale per tre individui ormai alla deriva, frutto di una società classista e violenta, che li ha resi degli emarginati, terrorizzati da ciò che sta fuori e aggressivi nel difendere ciò che credono di possedere all'interno. Uomini miopi che si confondono tra l'accozzaglia di oggetti messi in scena. Rappresentato per la prima volta all'Arts Theatre Club di Londra nel 1960, Il Guardiano rientra nelle opere della prima produzione pinteriana, che va sotto il nome di teatro della minaccia. Il sipario si apre su una stanza con una porta da cui entrano e escono personaggi di cui si conosce molto poco del loro passato. Stanza nella quale si annida qualcosa di minaccioso che potrebbe disturbare la sicurezza e gli equilibri dei suoi abitanti. La minaccia si concretizza a volte con la comparsa di un intruso, ed il caso del vecchio barbone che accenderà la miccia di una vera e propria lotta di dominio per accaparrarsi la casa. L'adattamento di Edmo Fenoglio del 1976 rispetta notevolmente il testo originale, tralasciando soltanto i nomi dei tre personaggi, presenti invece nella versione inglese, come a generalizzare una situazione di precarietà annunciata in una società (quella italiana degli anni di piombo, così come quella inglese degli anni della crisi di Suez) governata da egoistici meccanismi di autoconservazione. Si conosce, o almeno si crede di conoscere, solo il nome del barbone opportunista, interpretato da un inedito e straordinario Peppino De Filippo, che si fa chiamare Pasquale Scognamiglio, mentre in realtà si chiama Ciro Ruotolo. La confusione dei nomi, i silenzi, l'assurdità dei dialoghi non fanno altro che contribuire all'atmosfera evasiva e misteriosa tipica dello stile pinteriano. Nei suoi testi Harold Pinter "svela il baratro sotto le chiacchiere di ogni giorno e costringe a entrare nelle chiuse stanze dell'oppressione", questa la motivazione ufficiale degli accademici svedesi nell'insignirlo del Premio Nobel 2005 per la letteratura. Gli effetti desolanti di una condizione umana pressoché drammatica sembrano a volte celarsi dietro gli innumerevoli spunti comici con cui l'autore inglese riesce sapientemente a impreziosire le sue opere. L'ironia pungente che scaturisce dalle frasi comuni e dalle situazione quotidiane smussa i toni tragici dell'evento preannunciandone ugualmente la sua efferatezza. L'umorismo sottile che caratterizza l'impetuosa descrizione del giovane, impersonato da un esuberante Lino Capolicchio, circa i suoi piani di ammodernamento della casa ben si amalgama a brani di poesia pura come il lungo monologo di un commovente Ugo Pagliai in cui racconta la traumatica esperienza dell'elettroshock. Da Pappagone ad Harold Pinter il passo può sembre a prima vista lunghissimo, ma se c'è uno come Peppino De Filippo tutte le distanze si accorciano e, magari, si annullano in nome di un'arte senza limiti ne' confini, a cui servono solo un testo e un palcoscenico per dare vita alla grande magia del teatro. Questo Guardiano è in ogni caso il documento di un Peppino assolutamente inedito per l'epoca, e praticamente introvabile nella programmazione televisiva di oggi.

Cast: Peppino De Filippo: un vecchio; Ugo Pagliai: un uomo; Lino Capolicchio: un giovane

Trama:
Un uomo tranquillo invita a casa sua un vecchio vagabondo, che egli ha salvato da una rissa in un locale dove ha lavorato per qualche tempo. L'ospite si fa chiamare Pasquale Scognamiglio, mentre in realtà si chiama Ciro Ruotolo. I documenti che dimostrerebbero la sua vera identità si trovano in un luogo sconosciuto chiamato Paulla. Il guaio è che non può andarli a prendere perché non ha scarpe decenti ed il tempo non è mai abbastanza buono. Il barbone, essere vanitoso, vigliacco, irascibile e pieno di pregiudizi, potrebbe tranquillamente convivere con il gentile padrone di casa e suo fratello più giovane, che è proprietario dello stabile e che sogna di trasformarlo rimettendolo a nuovo. Gli viene addirittura offerto il posto di guardiano, ma il vecchio non resiste alla tentazione di mettere i due fratelli l'uno contro l'altro, e di dare vita ad una vera e propria lotta di dominio per impossessarsi della casa. Finirà schiacciato dalle sue menzogne e dalle sue paure elemosinando un'ultima possibilità di rimanere nella casa.
11 سال پیش در تاریخ 1392/07/06 منتشر شده است.
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