Edipo Re (1980)

spadarsoft L'Antico
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68.6 هزار بار بازدید - 10 سال پیش - "Edipo Re" è la tragedia
"Edipo Re" è la tragedia greca per eccellenza. Composta da Sofocle in data ignota (si presume intorno al 430 a.C.), ha affascinato nel corso dei secoli decine di generazioni e coinvolto critici e studiosi su dibattiti riguardo la sua interpretazione. La critica ha definito l'Edipo re come un dramma a tesi: il destino travolge gli uomini e gli dei puniscono il peccatore. Nel dramma appare chiaro il problema della libertà: le cose degli uomini sono guidate dagli uomini o da altre necessità? Sofocle è lontano dall'impostare la sua poesia su questo punto di vista, egli vede il problema solo nel suo attuarsi, che è poi anche il suo effettivo crearsi, lo sente vivo in quel dramma, universale ed eterno, che è l'umanità. Edipo è un uomo, un uomo nel quale vivono tutte le contraddizioni, da cui nascono tutti i problemi, per cui la vittoria è sconfitta e la sconfitta trasfigurazione. L'arte di Sofocle di accentrare il dramma attorno ad un unico personaggio, a lui abituale, trova in quest'opera il suo culmine, mostrando tutti gli aspetti dell'uomo. In altre sue opere, come nell'Antigone (la fede religiosa) o nell'Aiace (il senso morale), appare solo un aspetto di questa umanità. La cecità di Edipo è sia una metafora che una realtà, che sommerge con un'unica tonalità poetica mondi logici e mondi fantastici. Sofocle porta l'uomo al più basso grado di abiezione e di miseria, per poi risollevarlo e purificarlo in un alito di compassione; gli attribuisce i delitti più orrendi per poi compiargerlo nella rovina. Ma è proprio distruggendolo che lo ha ricreato. La più famosa - seppur contestatissima - interpretazione dell'Edipo Re sofocleo si deve a Freud, che dalla tragedia fece derivare il nome del complesso maschile infantile per cui il bambino viene portato ad odiare il padre e ad attaccarsi morbosamente alla madre. Secondo Freud il figlio maschio vorrebbe da bambino sbarazzarsi del padre per poter possedere la madre, dalla quale è sessualmente attratto. La regia teatrale e la presenza di Salvo Randone arricchiscono questa edizione televisiva del 1980 (Regia televisiva: Gianni Vaiano) che, resa ancor più suggestiva dal luogo, il meraviglioso Teatro Olimpico di Vicenza progettato dall'architetto rinascimentale Andrea Palladio nel 1580, dalle musiche originali di Gino Stefani, dalle scene e dai costumi di Titus Dieter Vossberg, si fregia di un resto del cast di eccezione: Massimo Foschi, Anna Miserocchi, Mario Valgoj.

Personaggi e interpreti:
Edipo Re: Massimo Foschi
Giocasta: Anna Miserocchi
Tiresia: Salvo Randone
Creonte: Mario Valgoj
Il messaggero da Corinto: Cesare Lanzoni
Il messo: Alberto Mancioppi
Il pastore: Enrico Di Marco
I corifei: Dante Biagioni, Mario Granato, Giampaolo Poddighe, Edoardo Siravo
Corenti: Federico Alessi, Giuseppe Bevilacqua, Gianni Caliendo, Giangiacomo Colli, Mario Granato, Antonio Izzo, Renato Lelli, Sebastiano Lo Monaco, Lorenzo Moncelsi, Lorenzo Piani, Giuliano Quaglia, Enrico Ruggini
Flautisti: Chiara Stefani, Carla Vaccaro

Trama:
La tragedia narra di Edipo, sovrano di Tebe, sposo di Giocasta e padre di quattro figli, Eteocle, Polinice, Antigone e Ismene, che viene invocato dal suo popolo per placare la terribile pestilenza che opprime la città. Consultato l'oracolo di Delfi, il responso dice che la città è contaminata dall'uccisione impunita del precedente re Laio: una volta identificato e cacciato il colpevole, tornerà la serenità. Edipo inizia così l'affannosa ricerca dell'assassino, inoltrandosi però a poco a poco nei meandri dei ricordi di un passato sconosciuto e scoprendo definitivamente, alla fine, la tragica verità della sua vita. L'indovino Tiresia e la stessa Giocasta permettono di chiarire tutta la vicenda: Laio e Giocasta avevano dato il loro figlio ad un pastore perché venisse ucciso, per evitare che si compisse la profezia dell'oracolo che prevedeva che il re venisse ucciso dal proprio figlio. Edipo scopre così che l'uomo da lui ucciso in una lite sulla strada, era Laio, suo padre. Giocasta scopre di essere la madre, oltre che la sposa di Edipo e si impicca. Edipo, accecatosi per non vedere più il sole testimone del suo delitto, si allontana e affida la città e i figli a Creonte.
10 سال پیش در تاریخ 1393/02/25 منتشر شده است.
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