Omicidio delle Guardie Svizzere in Vaticano – Prima parte

Andrea Perego
Andrea Perego
6.5 هزار بار بازدید - 9 ماه پیش - In questa prima parte dell’inchiesta
In questa prima parte dell’inchiesta sul triplice omicidio avvenuto in Vaticano il 4 maggio 1998, ho cominciato facendo chiarezza sui fatti, sul risultato delle perizie balistiche e dell’autopsia condotta a Losanna sul corpo di Cédric Tornay, che escludono che il giovane possa essersi suicidato e che fosse affetto da un tumore. Ho fatto il punto sulla posizione del Vaticano che non ha mai reso noti gli atti della sua inchiesta e che non ha risposto all’istanza della signora Baudat, la mamma di Cédric, affinché il caso fosse riaperto alla luce delle nuove informazioni.
Di tutti questi punti ho discusso con Luc Brossolet, uno dei due avvocati della signora Baudat, compreso il fatto che il Vaticano non ha mai firmato l’articolo 6 della convenzione europea sull’equo processo, per cui è impossibile denunciare alla Corte Europea l’amministrazione della giustizia vaticana. Brossolet è molto chiaro: davanti al muro di silenzio del Vaticano, la signora Baudat e i suoi due avvocati hanno deciso di pubblicare l’istanza che distrugge i fondamenti dell’accusa vaticana, proprio con l’intenzione di rendere pubblico tutto ciò che è stato accertato: le spiegazioni del Vaticano non corrispondono alla realtà.
Procedendo nella mia inchiesta, si sono aperte altre porte. Che ruolo ha il sedicente abate Ivan Bertorello che tre giorni dopo la tragedia confidò alla signora Baudat, in presenza di testimoni, che suo figlio era innocente e lui ne aveva le prove? Era davvero un agente della Segreteria dello Stato Vaticano che in seguito ne negò addirittura l’esistenza? Perché Cédric già nel 1995 era impegnato in un’inchiesta sull’Opus Dei?
Fabio Croce, responsabile delle Edizioni Croce, è autore di un libro intitolato “Delitto in Vaticano” sulla strage del 4 maggio ’98. Con lui ho parlato per sentire il suo punto di vista, e di Massimo Lacchei, autore pubblicato da Croce, che conosceva personalmente Aloïs Estermann e Cédric Tornay. Le affermazioni di Croce aprono il sipario su una prospettiva diversa che unisce in un rapporto non solo militare i protagonisti di questa tragedia, il Segretario di Stato Vaticano Angelo Sodano e un principe della nobiltà nera romana. Cédric Tornay, che era a conoscenza di questioni molto riservate dato il suo rapporto con Estermann, fu scelto come capro espiatorio nell’eliminazione di Estermann: occorreva trovare un presunto omicida.
Dunque qual è il movente di questo triplice omicidio? Croce sostiene che Aloïs Estermann si era formato nei servizi segreti della Germania Est all’inizio degli anni ottanta. Suoi collaboratori in Vaticano erano la moglie, Gladys Meza Romero, Cédric Tornay e probabilmente anche Ivan Bertorello. Estermann aveva subito un furto nel suo studio nel maggio 1997, ed erano scomparsi documenti rilevanti. Su due punti Estermann era arrivato a deduzioni importanti: il tentato omicidio del Papa nel 1981 e il rapimento di Emanuela Orlandi nel 1983. Proprio una testimonianza relativa alla Orlandi faceva parte dei documenti rubati dalla sua cassaforte. Quel furto rese Estermann un personaggio inutile se non addirittura pericoloso, in quanto facile bersaglio di estorsioni, minacce e scandali montati con quanto gli era stato sottratto. Da lì nacque una vicenda di ricatti tra il 1997 e il 1998, che si concluse con la strage.
Infine ho parlato col cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato Vaticano, molto evasivo.

L'avvocato Luc Brossolet è doppiato in italiano da Marco Lucchi.
Gli intermezzi musicali sono tratti dal Requiem per coro di soli uomini e orchestra di Luigi Cherubini.
La trasmissione andò in onda su SBS Radio, Sydney, il 19 luglio 2002.
9 ماه پیش در تاریخ 1402/07/27 منتشر شده است.
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